Tra le imprese italiane che hanno già avuto modo di conoscere e sperimentare i vantaggi di tali soluzioni, anche Plurimedia, azienda italiana con sede a Genova e a Desio (Monza e Brianza) che si occupa di sviluppo di soluzioni applicative.In vista del lancio di Open Source Today, il nuovo hub promosso da Tech Data in collaborazione con Red Hat e IBM sul tema dell’Open Source, abbiamo intervistato Maurizio Galotti. 

Dott. Galotti, ci racconta la realtà di Plurimedia? 

Plurimedia è una piccola società che sviluppa soluzioni web e in particolare soluzioni applicative. Non vendiamo prodotti a volume ma creiamo soluzioni su misura e accompagniamo i nostri clienti in un percorso di digital migration orientato all’uso dell’open source e alle tematiche più innovative dello sviluppo, in particolare alle piattaforme cloud.  

Insieme al nostro distributore Red Hat e al nostro vendor Tech Data, collaboriamo con il mondo dell’Università e della Ricerca per la distribuzione di software open source Red Hat. Ci occupiamo anche di sviluppo applicativo per quanto riguarda l’IoT e l’intelligenza artificiale. In questo business abbiamo una felice partnership con IBM e Tech Data. 

Ci contraddistingue l’affidabilità dei nostri applicativi ma anche l’aspetto di comunicazione e di uso delle nostre soluzioni: per noi la user experience e la user interface rappresenta uno degli aspetti fondamentali per lo sviluppo delle nostre app. Abbiamo a listino un set di soluzioni già pronte per essere utilizzate. Queste applicazioni sono tutte cloud-native, ovvero sono nate per essere utilizzate all’interno del cloud e con il cloud. 

Soluzioni come PluriDoc, un’applicazione che, con nostra grande soddisfazione, è stata certificata dall’AgID e rientra nel marketplace della Pubblica Amministrazione per i servizi cloud.  

Ci piace fare innovazione e tutti i nostri ragazzi dedicano parte del loro tempo a studiare nuove tecnologie per poterle poi applicare nei progetti. A noi piace molto sperimentare e mettere in pratica queste soluzioni e il cloud è la nostra piattaforma di riferimento per fare tutto questo. 

Ha citato IBM e Tech Data. Quali sono i vantaggi di questa partnership? 

È fondamentale stringere alleanze con il canale distributivo, alleanze basate sugli aspetti qualitativi e meritocratici tipici dell’open source. Crediamo che oggi i rapporti tra i vari attori, e quindi anche con la distribuzione, non si possano più basare sugli aspetti prettamente opportunistici finalizzati alle singole trattative commerciali, ma bisogna lavorare insieme al distributore e al vendor per portare soluzioni sul mercato.  

Abbiamo scelto di puntare su Tech Data e di concentrare tutto il nostro business su questa azienda e sulla distribuzione, proprio per valorizzare l’aspetto di fedeltà e di fidelizzazione che è un prerequisito per poter fare qualcosa in più che non sia la sola gestione di una trattativa di vendita. 

Ci sono altri mercati in questo momento che reputate interessanti? 

Ci stiamo orientando verso il mondo delle utility. Abbiamo maturato nel tempo una consistente expertise soprattutto per quanto riguarda le utility che seguono il ciclo idrico integrato. Stiamo lavorando con IBM e Tech Data per portare le nostre soluzioni in questo settore. 

Come già detto collaboriamo con il mondo dell’Università e della Ricerca, abbiamo sviluppato un protocollo di intesa con tutte le università italiane per veicolare il software open source al loro interno. Ci piacerebbe però estendere – se possibile – la distribuzione open source anche alle scuole superiori. 

Un altro mercato di riferimento per Plurimedia è quello delle pubbliche amministrazioni locali: da anni collaboriamo infatti con piccoli comuni sviluppando soluzioni per i servizi al cittadino. 

C’è un filo conduttore che accomuna i mercati a cui vi rivolgete? 

Il filo conduttore è rappresentato dalla digitalizzazione dei processi. La digitalizzazione è in corso in tutte le aziende, di tutto il mondo e di tutte le dimensioni, siano esse pubbliche o private. Non c’è ente o azienda che oggi possa pensare di sopravvivere senza innestare un processo di digital transformation. Per poter intraprendere un percorso di migrazione verso questo mondo è necessario che qualsiasi ente o azienda sia accompagnata da partner come Plurimedia. Una singola azienda, soprattutto se di piccole dimensioni, non può pensare di fare questo percorso da sola: deve assolutamente essere affiancata da soggetti in grado di portare competenze e capacità implementative e tecnologiche. 

Grazie a tecnologie innovative come ambienti cloud-native e piattaforme che mettono a disposizione diverse API, aziende come la nostra possono oggi realizzare programmi che nell’era pre-cloud sarebbe stato impossibile sviluppare. Gli imprenditori possono quindi avere a che fare con interlocutori che non siano necessariamente big dell’Information Technology (che hanno costi e dimensioni spesso non gestibili da una piccola o media impresa). Un’azienda come Plurimedia è a misura di PMI. 

Perché avete scelto il cloud IBM? 

Abbiamo scelto il cloud IBM perché è allineato perfettamente con tutte le tecnologie più innovative del mercato ed è orientato verso quelli che sono i concetti veri dell’open source. Crediamo che il cloud IBM sia più “open standard” degli altri presenti sul mercato. La piattaforma cloud di IBM è centrata per l’enterprise, estremamente affidabile e resiliente. 

Siamo stati i primi a utilizzare il cloud. Per la piccola e media impresa IBM Cloud è quello più stabile e adatto allo scopo. Abbiamo maturato molta esperienza nell’uso delle piattaforme cosiddette infrastructure as a services. Quello che abbiamo fatto ultimamente – credo sia un passo molto importante – è iniziare a ragionare in una logica open, ovvero in una logica basata sui pillars dell’open source. Come si traduce questo in concreto? Se sviluppiamo una componente applicativa, questa gira su una platform as a services quale Openshift, che può funzionare su qualsiasi tipo di cloud. Le nostre soluzioni sono quindi multicloud.   

Avete esperienza anche con i Cloud Pak IBM? 

Gran parte dei prodotti offerti dai Cloud Pak IBM sono prodotti open source e alcuni di essi già li utilizziamo, in quanto abilitanti della piattaforma sottostante, sono perfetti per le esigenze di chi realizza soluzioni applicative che vengono innestate all’interno di un’architettura di piattaforma.  

Open Source Today: un progetto Tech Data e Red Hat 

Come ben sappiamo, la crisi COVID-19 ha messo a dura prova l’industria italiana. Sono molte le sfide che oggi le medie imprese affrontano per resistere ai cambiamenti e sono molte le aziende che hanno scelto soluzioni Open Source proprio per questo motivo. 

In effetti, la capacità di adattarsi al cambiamento rende le soluzioni Open Source la scelta perfetta per affrontare l’evoluzione digitale in modo agile. E quando non c’è tempo da perdere, le tecnologie aperte possono diventare l’unica possibilità per le aziende che non dispongono di risorse in grado di reagire rapidamente in situazioni di emergenza. 

Noi di Tech Data crediamo nella trasformazione digitale e nel potere della condivisione. Per questo ti offriamo accesso alle informazioni e alle storie di altre aziende che hanno applicato soluzioni Open Source per lo sviluppo del proprio business: per aiutarti a prendere decisioni più efficaci, in meno tempo, con più informazioni a tuo supporto. 

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