Le smart factory sono il sistema portante dell’Industria 4.0, quali sono gli strumenti con cui agevolarle in Italia, sapendo che non basta l’innovazione tecnologica per rendere una fabbrica intelligente?

Smart factory in Italia: a che punto siamo

In questo periodo storico, anche a causa della pandemia, in Italia è diventato sempre più chiaro come le aziende e le industrie debbano affidarsi alla tecnologia per stare al passo con i tempi e innovare, restando competitivi sul mercato.

Quello delle smart factory in Italia è un settore in costante crescita, le tecnologie a disposizione sono tante e cominciano a essere utilizzate anche nel campo dell’economia circolare e della sostenibilità.

Anche le stime per il futuro sono ottime, secondo uno studio di Reply, Industrial IoT: a reality check, entro il 2025 il mercato delle smart factory in Italia (e anche nel resto d’Europa) crescerà del triplo rispetto al 2020.

Abbiamo già visto come l’intelligenza artificiale e l’Internet of Things possano avere un ruolo fondamentale nell’industria 4.0 per la massimizzazione del profitto, ma quali sono gli altri strumenti necessari per creare una fabbrica intelligente?

Gli strumenti per creare una smart factory

Quali sono gli strumenti necessari per creare una smart factory? Partendo dalle tecnologie abbiamo individuato cinque campi fondamentali per definire una fabbrica intelligente.

Dati connessi

Un’infrastruttura di dati connessa consente il monitoraggio in tempo reale, anche da remoto, della fabbrica. Ciò consente agli ingegneri di concentrarsi sull’ottimizzazione dei processi, la riduzione degli sprechi o il miglioramento della qualità.

Analisi predittiva

L’analisi predittiva crea un sistema intelligente che identifica rapidamente le informazioni e prevede i guasti in modo accurato. Il vantaggio principale è che il personale non deve effettuare analisi per risolvere i problemi, ma è il sistema stesso a comunicare qual è il guasto e dove si trova.

Analisi prescrittiva

L’analisi prescrittiva permette di comprendere quali sono le azioni redditizie e quali no grazie all’analisi degli storici di produzione. Questo aumenta l’efficienza aziendale e riduce gli sprechi di tempo e di materiale.

Automazione guidata dall’intelligenza artificiale

L’automazione basata sull’intelligenza artificiale implementa automaticamente i miglioramenti identificati dal sistema analizzando i dati di produzione.

Oltre a queste tecnologie basate sull’intelligenza artificiale si stanno inserendo nel mondo della smart factory tecnologie e meccanismi collaborativi, che sfruttano la cooperazione tra uomo e macchina per migliorare i processi, come i cobot.

Cobot

I cobot nascono all’interno del concetto di robotica collaborativa. Si tratta di robot in grado di collaborare con gli esseri umani in sicurezza, senza andare a sminuire il ruolo del lavoratore nella fabbrica intelligente.

L’inserimento di cobot nella fabbrica porta numerosi vantaggi, tra i quali l’automazione dei processi di logistica, gestione magazzino e raccolta dati; massimizzazione della qualità dei prodotti e limitazione dei difetti di produzione, maggiore produttività ed efficienza.

I cobot sono facili da programmare e possono essere utilizzati per più scopi, dato che si adattano velocemente ai diversi compiti che verranno assegnati attraverso la programmazione.

Ultimo ma non meno importante, i cobot per le aziende hanno costi accessibili grazie al credito d’imposta del 50% per i cobot entrati in funzione dopo il 16 novembre 2020, come previsto dal piano Transizione 4.0.

In futuro i cobot avranno un ruolo sempre più impattante nella smart factory, come afferma in questa intervista Cristian Secchi, membro del Gtts6, Gruppo Tematico Tecnico-Scientifico impegnato insieme ad altri nella definizione della Roadmap del Cluster Fabbrica Intelligente.

Come agevolare la Fabbrica Intelligente in Italia

In Italia si sta lavorando sempre di più per rendere le tecnologie più innovative accessibili a tutti, ma per creare una smart factory non basta l’introduzione di nuove tecnologie in azienda. Quali sono le agevolazioni per la realizzazione di fabbriche intelligenti in Italia?

Incentivi statali e europei

Come già accennato per i cobot, per le aziende che inseriscono nuove tecnologie in azienda hanno la possibilità di ricevere incentivi e agevolazioni.

Le tecnologie necessarie per la realizzazione delle smart factory sono inserite nei piani di investimento europei e nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Quest’ultimo prevede un rimborso del 40% sul totale delle spese affrontate dalla fabbrica intelligente.

Accanto al PNRR c’è il già citato piano Transizione 4.0, che prevede un credito d’imposta pari al 50% per l’acquisto di nuovi macchinari.

Tra PNRR e piano di transizione 4.0 dunque un’azienda potrebbe ottenere fino al 90% di rimborso sui propri investimenti. Ma quali sono i settori su cui investire secondo gli incentivi previsti nei piani? Sono previsti contributi per la digitalizzazione, l’investimento in macchinari, impianti e attrezzature per produzioni di avanguardia tecnologica, l’economia circolare e l’internazionalizzazione delle imprese.

Formazione continua nelle smart factory

Quando vengono introdotte nuove tecnologie in azienda è necessario che il personale venga adeguatamente formato per restare al passo con l’innovazione tecnologica della smart factory.

I dipendenti infatti non possono più permettersi di svolgere il proprio lavoro come fino a pochi anni fa, ma devono imparare a interfacciarsi con nuove tecnologie e nuovi strumenti, in previsione dell’espandersi della robotica collaborativa nella smart factory. Il rischio altrimenti è, esattamente come per la fabbrica stessa, quello di essere tagliati fuori dal mondo del lavoro.

Nell’ambito della formazione nell’impresa si inserisce il credito d’imposta Formazione 4.0, una misura per sostenere le imprese nel processo di trasformazione tecnologica e digitale creando o consolidando le competenze nelle nuove tecnologie.

Il credito d’imposta prevede un rimborso fino al 50% delle spese sostenute per la formazione del personale. Questo può aumentare al 60% se i destinatari della formazione rientrano nelle categorie dei lavoratori dipendenti svantaggiati o molto svantaggiati.

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