Quale situazione vivono le soluzioni IoT per il retail? La domanda sorge spontanea dopo che, secondo la società di analisi PitchBook Data, i finanziamenti per gli strumenti connessi a Internet utilizzati dai rivenditori sono destinati a calare del 65%. A metterlo in rilievo è il Wall Street Journal, che ha colto l’occasione per analizzare i segnali di un mercato che, secondo IDC, è in ottima salute: la spesa per le tecnologie IoT nel settore retail a livello mondiale dovrebbe raggiungere quest’anno i 62,6 miliardi di dollari, contro i 55 miliardi del 2021, e si prevede che arriverà a quota 95 miliardi di dollari entro la fine del 2026, con un tasso di crescita annuale composto dell’11,5% dal 2021. Secondo l’azienda, la spesa per l’IoT in tutti i settori dovrebbe raggiungere quest’anno i 767 miliardi di dollari, rispetto ai 690,3 miliardi del 2021, con una crescita annua del 10,7% fino a circa 1.500 miliardi di dollari entro il 2026.

IoT nel retail: il calo delle startup basate su Internet of Things

A proposito dell’andamento dell’IoT nel retail, secondo PitchBook Data, il numero di finanziamenti per le startup che sviluppano tecnologia Internet of Things è sceso a 300 operazioni nel secondo trimestre, un minimo che non si registrava nel corso degli ultimi sei anni. A tale riguardo il Wall Street Journal scrive:

“Molti negozi, che si sono affidati ai sistemi connessi al software durante la pandemia di Covid-19, stanno ora sfruttando queste capacità per ottenere efficienze che possono aiutare a mantenere i prezzi bassi in un contesto di inflazione ostinatamente alta e tassi di interesse in aumento, hanno detto gli analisti del settore.”

Nello stesso periodo, gli investimenti in startup IoT sono scesi del 57,2% rispetto al trimestre precedente, a circa 2,8 miliardi di dollari, superando il calo del 22,2% dei finanziamenti per tutte le startup del settore informatico, calati a 59,5 miliardi di dollari, sempre secondo PitchBook.

Il finanziamento totale di venture capital per le startup che sviluppano tecnologie IoT specificamente per i rivenditori è destinato a scendere del 65,1% dal 2021 a 188,2 milioni di dollari entro la fine dell’anno, che ne fanno uno dei sub-settori più colpiti del mercato Internet of Things.

Il parere del mercato

Cosa ne pensano, invece, gli addetti ai lavori negli USA, a proposito dell’impiego dell’IoT nel retail? Kroger Co., società specializzata nell’impiego di software e sensori connessi per molteplici attività e secondo distributore di alimentari per quota di mercato negli Stati Uniti, definisce l’Internet delle Cose una “priorità assoluta”. È un’affermazione significativa per una realtà che a metà ottobre ha definito l’acquisizione, per 24,6 miliardi di dollari, della catena di supermercati rivale Albertsons e che, non più di un anno fa, ha deciso di realizzare un magazzino basato sull’Intelligenza artificiale per gestire gli ordini e i robot per evadere gli ordini.

Lo stesso Wall Street Journal, a proposito del fattore AI, riporta l’opinione del vicepresidente di IDC: egli segnala che “un indicatore positivo continua a essere l’interesse per le acquisizioni di intelligenza artificiale e di capacità IoT di vario tipo da parte dei leader del settore”.

In ogni caso è difficile pensare a una crisi dell’IoT nel retail. Fattori come il monitoraggio dello spazio del negozio, la gestione dell’inventario, la gestione della supply chain e il monitoraggio del comportamento dei clienti guidano la domanda di Internet of Things nel mercato della vendita al dettaglio. Inoltre, l’ottimizzazione e l’automazione della catena di fornitura è uno dei principali fattori di adozione dell’IoT da parte dei rivenditori. Per tutti questi fattori, secondo, il mercato globale dell’IoT nel retail è previsto in forte crescita: Allied Market Research stima che si passerà da un valore di 28,14 miliardi di dollari nel 2021 a ben 177,90 miliardi di dollari entro il 2031.

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