Ladozione di soluzioni IoT per le foreste può rivelarsi molto utile per controllare e tutelare il loro stato di salute. Nei giorni in cui si sta tenendo la COP27, la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici è bene mettere in luce il loro valore: oltre a rimuovere parte della CO2 rilasciata in atmosfera dalle attività umane, esse minimizzano l’erosione e riducono il deterioramento della qualità dell’acqua. Le foreste, inoltre, contribuiscono inoltre a mantenere il ciclo dei nutrienti nel suolo, oltre che essere componenti fondamentali per la vita umana e della natura.

Quale ruolo può avere l’Internet of Things per difenderle? Ci sono due progetti di ricerca, svolti uno in Germania e l’altro in Italia, che si prefiggono proprio la finalità di monitorare lo stato dei boschi contando su sistemi e sensori IoT.

IoT per le foreste: il progetto tedesco EcoSense

Il progetto che pone al centro l’IoT per le foreste lo ha sviluppato l’Università di Friburgo. Si chiama EcoSense e mette insieme soluzioni Internet of Things, droni e altri dispositivi per far luce sugli effetti del climate change sulle interazioni tra piante, suolo e atmosfera. L’iniziativa comporterà l’impiego delle nuove tecnologie per il monitoraggio delle foreste, sulla scia di iniziative come la foresta cablata dell’Università di Harvard.

Sul progetto ci crede molto la Germania: ha stanziato circa 10,5 milioni di dollari da parte della Fondazione tedesca per la ricerca, proprio per sostenere il lavoro di ricerca degli scienziati che si accingono a comprendere capire meglio come i boschi siano influenzati dai cambiamenti climatici.

Il cambiamento climatico ha già un impatto enorme sugli ecosistemi forestali. Vediamo un aumento della mortalità degli alberi in tutto il mondo“, ha affermato Christiane Werner, docente di fisiologia degli ecosistemi presso l’Istituto di Scienze della Terra e dell’Ambiente dell’Università di Friburgo, coordinatrice del team di ricerca che studierà diversi ettari collinari della Foresta Nera.

Il pacchetto tecnologico EcoSense potrebbe includere sensori di anidride carbonica (CO2), droni dotati di telecamera e altri dispositivi. Inizialmente il team utilizzerà dispositivi disponibili in commercio per poi sostituirli, a partire dal 2024, con microsensori di nuova concezione, alcuni dei quali saranno autonomi dal punto di vista energetico.

Come spiegano i ricercatori in una nota, ECOSENSE svilupperà, implementerà e testerà una nuova rete di sensori intelligenti, versatile, distribuita, economica e autonoma, basata su nuovi microsensori adattati alle esigenze specifiche di ambienti forestali remoti e difficili.

I progetti italiani per la Foresta 4.0

Il progetto portato avanti in Italia e che vede l’utilizzo dell’IoT per le foreste è portato avanti dalla startup innovativa Nature 4.0 fondata da Riccardo Valentini, docente dell’Università degli Studi della Tuscia – Dipartimento per l’Innovazione nei Sistemi Biologici, Agroindustriali e Forestali (DIBAF), esperto di monitoraggio ambientale con particolare riferimento allo studio dei sistemi agricoli e forestali. Nel 2007, quale membro IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) è stato insignito premio Nobel per la pace per le ricerche sul climate change

La startup si è specializzata nella realizzazione di dispositivi IoT innovativi per l’”Internet della Natura” e la gestione digitale di ambiente, foreste, colture e fauna selvatica. In particolare, l’azienda ha sviluppato un dispositivo denominato TreeTalker in grado di misurare in tempo reale il consumo idrico degli alberi, la crescita della biomassa (diametro) e lo stato di salute delle foglie attraverso indici spettrali ed elabora prodotti innovativi che sono in attesa di brevetto.

Non è l’unico esempio in Italia di impiego dell’IoT per le foreste: in Umbria, a Piegaro (Perugia) nel 2018 è nata la prima “foresta parlante” in cui gli alberi comunicano tra di loro grazie a specifici sensori IoT alimentati da pannelli fotovoltaici. Nel bosco umbro, l’Internet delle Cose è stato applicato agli alberi, all’interno del progetto “Trace-Talking Tree”, finalizzato a migliorare il monitoraggio ambientale grazie all’utilizzo delle nuove tecnologie, realizzato dal Centro euro-mediterraneo sui cambiamenti climatici (Cmcc).

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