Incontro con Walter Van Uytven

Futura ha raggiunto il CEO di Awingu, e con lui ha chiacchierato di legacy app.

In italiano li conosciamo anche come «sistemi legacy», che utilizzano tecnologie non recenti e quindi difficili da interfacciare con i sistemi più aggiornati.

Alcuni, più esplicitamente, li chiamano «sistemi antiquati»: in un mondo sempre più smart, non sono pochi a chiedersi perché le aziende li tengano in vita.

La risposta è semplice: aggiornarli, costa.

Walter Van Uytevn ci spiega come Awingu, mettendo al centro il web, sta abbattendo quei costi e semplificando la vita delle aziende e dei dipendenti.

In altre parole, come sta rendendo smart l’ambiente di lavoro.

Alla base di tutto, la semplicità

Walter Van Uytven, CEO di Awingu

L’utente vuole accedere all’ambiente IT della propria azienda nel modo più semplice.
Come se aprisse Facebook o andasse su GMail.

 

Incontrare le esigenze di tutti

Ciò che è centrale nella nostra visione è anche la parte più complicata della questione:
garantire flessibilità all’utente e, al contempo, far felici i dipartimenti aziendali IT.

Ci può dare un’idea di quanto le legacy app influenzino il lavoro delle persone?

Un’analisi Gartner 2016 ci dice che il 75% della spesa IT delle aziende è diretta al software classico, mentre il 25% è diretta su sistemi SaaS. Questo ci fa capire quanto il «legacy» – che comunque non vuol dire che un software sia per forza vecchio – sia presente nel paesaggio IT mondiale.

foto2Qual è la vostra vision, quando parlate di user experience?

Crediamo che il browser sia centrale, e che l’utente voglia accedere al proprio ambiente IT aziendale in modo tanto semplice quanto lo è usare GMail o Facebook. Questo significa una semplice pagina di login su ogni device: gli utenti non vogliono limitarsi a lavorare sul desktop o sul laptop aziendale, ma vogliono poter accedere da casa con il proprio Mac, o iPad o qualsiasi altro dispositivo. Allo stesso tempo, vorrebbero poter condividere documenti in modo efficiente con altri. Ora devono muoversi in zone d’ombra, usando la propria GMail o il proprio account WeTransfer, e ciò non può essere accettabile in una prospettiva di sicurezza e di normativa aziendale. Quel che è centrale nella nostra vision è anche la parte più complicata della questione: garantire flessibilità all’utente e, al contempo, far felici i dipartimenti aziendali IT. Questi ultimi hanno necessità di avere il controllo su tutto, di avere soluzioni sicure, di controllare i costi dal momento che i budget sono sempre sotto stress. Awingu risolve tutto questo: l’utente fruisce felicemente della flessibilità che cerca, i dipartimenti IT si misurano con un ambiente di gestione e controllo del lavoro che garantisce sicurezza e controllo dei costi.

 

Ci può dare qualche dettaglio sulle singole caratteristiche del prodotto?

Sono molte, è difficile elencarle. Ma se dovessi sceglierne alcune direi che sono sei. Cominciamo dall’Html5: portiamo le legacy app su browser, quindi la base è quella. Poi ci sono opzioni di login sicuro pronte all’uso: connettore Radius di base (per Symantec ViP, token RSA & Vasco), password one-time (per l’uso di Google Authenticator) prossime all’integrazione con Microsoft Azure MFA, Duo Security & SMS Passcode. Quindi, la stampa, punto spesso critico: Awingu offre un tool che consente di usare ogni stampante sia connessa al device che si sta utilizzando, fosse anche il computer di un hotel.

foto3Quanto alle altre tre?

Eccole, partendo da SaaS SSO (Single Sign On). Awingu non tratta solo legacy app, ma offre la possibilità di un solo log in ai migliaia di servizi SaaS. Ciò significa che, come utente, basta loggarsi in Awingu e per risparmiarsi l’obbligo di altre autenticazioni, e che dal lato admin c’è solo un log in centrale da gestire. Su questo punto, abbiamo creato integrazioni con Azure AD e Okta, e forniamo connessioni con servizi molto popolari, quali Office 365 o Google Apps for Work. Poi c’è la possibilità di condividere sessioni con altre persone: al momento, le aziende devono affidarsi a soluzioni aggiuntive come Teamviewer. Infine, l’auditing: gli amministratori IT non sono costretti a usare altri tool per vedere chi sta usando cosa e quando, perché Awingu glielo consente. È un tool utile per le società che devono aprirsi alle certificazioni ISO o HIPAA.

Quante società hanno scelto Awingu?

Preferisco parlare dei mercati in cui siamo più forti, come quelli domestici (Belgio e Olanda), dove c’è i maggior numero di soggetti che ci ha scelto, ma che come area Benelux occupa meno del 20% del nostro business. I margini di crescita maggiori li stiamo incontrando nei paesi nordici, in Gran Bretagna e negli Usa. Insomma, siamo in corsa su tutti i mercati, e questo è ottimo. Ma vorrei aggiungere che Awingu sta crescendo molto anche in aree verticali: salute, costruzioni, pubblica amministrazione, e un’area di società con vecchi software che vengono adattati in SaaS con il nostro prodotto.

 

Cosa vi aspetta per il futuro? 

Gli effetti di due recenti attività. Il 7 ottobre abbiamo lanciato Awingu 3.3, con nuove opzioni di autenticazione e maggior customizzazione dell’interfaccia. Il giorno dopo HP ha annunciato una partnership con noi su loro nuovo prodotto, Elite X3, uno smartphone con software Windows che funziona da pc portatile: basta agganciarlo a una dock station e connetterlo a uno schermo, o a una speciale dock pensata come un laptop.

 

E tu, quante legacy app incontri nel tuo lavoro?

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