Delivering Outcomes in the Cloud and Digital Transformation Markets” non è solo un e-book. E’, infatti, un veloce sguardo sul futuro e su come Tech Data sta lavorando per permettere ai partner di stare al passo dei repentini cambiamenti del mercato mantenendo, sempre, un adeguato vantaggio competitivo. Il futuro ha nomi specifici, tra cui svetta una parola semplice e ormai diffusa in ogni angolo del business IT: cloud, cuore della digital transformation. Di questo (e di altro ancora) ci racconta Alberto Valivano, Cloud Leader Tech Data Italia.

E’ dunque così, Alberto? Il cloud è il centro pulsante della trasformazione in atto?
Direi di sì. Tech Data lavora da anni sul tema: sono oltre sei anni che StreamOne, il portale proprietario dell’azienda, è attivo e spinge per diffondere questo tipo di soluzione. Nasce come strumento per automatizzare le procedure a basso valore, ma ora è ben di più.
StreamOne è la piattaforma che semplifica, snellisce e provvede all’acquisto e alla gestione di risorse Cloud siano esse IaaS, PaaS o SaaS.
Grazie ad un’interfaccia semplice e intuitiva il nostro Partner potrà facilmente gestire i consumi cloud dei propri clienti. Ogni informazione alla portata di un click è il nostro motto. Con un click, infatti, è possibile:

  • filtrare per cloud provider, clienti, Tag o qualsiasi campo personalizzato che si desidera!
  • analizzare in sintesi il consumo dei principali servizi
  • conoscere l’andamento dei consumi negli ultimi 30 giorni, trimestri, semestri, etc
  • abilitare report giornalieri da inviare automaticamente ai clienti, amministratori o ad altre persone coinvolte
  • beneficiare di fatture in valuta europea

Attraverso StreamOne, dunque, mettiamo a disposizione del rivenditore un cruscotto per monitorare tutte le risorse cloud utilizzate dai clienti, per conoscerne l’utilizzo e per analizzare in dettaglio i singoli progetti. Ciò avviene con un approccio, da parte di Tech Data, che potremmo definire “agnostico”: vogliamo che il rivenditore capisca esattamente cosa sta acquistando, che tipo di soluzioni IT ibride poter offrire ai propri clienti in base alle loro esigenze, e come sfruttare al meglio l’infrastruttura IT esistente del cliente, integrando i servizi cloud appropriati per aiutarli a stare al passo con l’innovazione e la trasformazione digitale.

digital TransformationCome si arriva a questo obiettivo?
E’ un lavoro di squadra. Lato nostro gli investimenti che stiamo mettendo in campo sono ingenti. Offriamo valore, competenze e formazione. Al partner chiediamo fiducia.
Tutti i reseller che decideranno di utilizzare StreamOne saranno assistiti durante la fase di adozione e potranno beneficiare del supporto gratuito dei nostri specialisti.

Quali competenze?
Possiamo disporre, in Italia e in Europa, di profili tecnici e commerciali di eccellenza, che operano sui principali cloud provider (in questo momento Amazon Web Services, IBM Cloud e Microsoft CSP). La struttura è organizzata per sfruttare le competenze ed esperienze avanzate del team centrale – penso all’area del Regno Unito, dove il cloud è più maturo e vengono gestiti progetti complessi – e metterle a disposizione del team locale così da incrementare uniformemente le competenze.

E sul piano della formazione?
Il fiore all’occhiello è Tech Data Academy, la nostra struttura certificata su corsi realizzati per conto del vendor con strumenti e materiali forniti da lui. Un distributore deve necessariamente fare formazione per abilitare il venditore: noi lo facciamo seguendo una logica precisa.

Quale?
La logica del cloud journey. Possiamo accompagnare i nostri rivenditori dal cliente finale fin dai primi ingaggi cloud per aiutarlo a proporre e realizzare un progetto di digital transformation. Vendere cloud vuol dire trasformare un’azienda ed è fondamentale incentivare il team vendite alla proposizione di un servizio basato su una fatturazione ricorrente anziché su un modello transazionale. Ad esempio, è fondamentale che la componente di incentivazione dei commerciali “spinga” questo nuovo modello.
Ciò consente di offrire soluzioni IT ibride: una combinazione di hardware, software, servizi e risorse cloud che soddisfano le esigenze IT dei clienti sfruttando sia CapEx che Opex.

Quanto questo approccio è di ostacolo alla trasformazione?
Non poco: i numeri generati dalla vendita dell’infrastruttura fisica sono ancora troppo importanti per convincere i sales ad abbracciare un modello diverso. Perché di questo stiamo parlando: il cloud richiede un cambio culturale per affermare un modello più sano, ed è il rivenditore a dover orchestrare il passaggio. Chi nasce nel cloud ha in mano questo cambiamento: si tratta di aziende giovani, che trasformano l’applicazione e la sviluppano appunto in cloud. Sono aziende che “non usano macchine” ma soluzioni costruite con micro-servizi utilizzando il Platform as a Service, in cui si paga un servizio a consumo (ad esempio per il numero di volte che si richiede una risorsa).

Il cambiamento è in mano solo a loro?
Non solo. Se oggi il mercato è fatto prevalentemente di infrastruttura fisica, non mancano i grandi vendor fanno numeri importanti sul cloud. Non è un caso che siano state le grandi aziende a guardare per prime a questa soluzione: una primaria società elettrica italiana ha spostato gran parte della propria infrastruttura su cloud ed è diventata un caso di studio per chi voglia intraprendere progetti di trasformazione digitale. La migrazione costa all’inizio di più, ma poi si avvia un processo che rende l’azienda più agile con applicazioni in grado di rispondere molto velocemente alle esigenze dei propri clienti. Il vantaggio competitivo è enorme.

 

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