Esattamente 1 anno fa, veniva pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale la legge n.81 contenente le “Misure per la tutela del lavoro autonomo non imprenditoriale e misure volte a favorire l’articolazione flessibile nei tempi e nei luoghi del lavoro subordinato”.

Il percorso di approvazione della normativa, è iniziato però molto prima. Infatti, già nel 2014  venne emanata la prima proposta di legge per dare maggiore flessibilità al lavoro, e si inizia a parlare in maniera concreta di Smart Working, per identificare la tipologia di lavoro che fino a quel punto era nota solo al mondo anglosassone come telecommuting.

Da allora di strada ne è stata fatta molta e in molti stanno aderendo a questo nuovo modo di vivere il lavoro: non più incollato alla scrivania, con orari fissi da rispettare fiscalmente ogni giorno; ma un lavoro agile, in cui il lavoratore è libero di organizzare la propria giornata lavorativa non più in base agli orari imposti dall’azienda, ma gestendo in autonomia il proprio tempo.

Secondo le statistiche di Ossertvatori.net , nel 2018, il 36% delle aziende che hanno partecipato all’analisi, dichiara di avere in cantiere progetti strutturati  che riguardano almeno due delle leve di progettazione tra:  flessibilità di luogo, di orario, ripensamento spazi, cultura orientata ai risultati e dotazione tecnologica adeguata per lavorare da remoto. Si tratta sia di iniziative già in corso, sia di nuove progettualità che erano pianificate o attivate ex novo nel 2017. Tra le aziende che ad oggi non ancora adottato modelli di lavoro flessibile, il 35% ritiene che lo Smart Working sia una modalità di lavoro interessante da valutare in futuro, mentre solo il 13% non lo ritiene di interesse. Tra i progetti strutturati, il 39% è in fase di sperimentazione dell’iniziativa con alcune persone che stanno già testando il modello, il 35% ha superato la fase progettuale e sta procedendo con l’allargamento del numero di persone coinvolte.

I dati sono sicuramente incoraggianti. E seguendo tale tendenza, che la città di Milano ha istituito la “Settimana del Lavoro Agile” che quest’anno è giunta alla sua seconda edizione.
Già dal 2014 il Comune di Milano si era impegnato per diffondere il messaggio dello smart working organizzando “La Giornata del Lavoro Agile”, e dato il successo e la grande partecipazione delle aziende, dal 2017 si è passati da un’unica giornata a una settimana.
L’evento durerà dal 21 al 25 Maggio e sarà ricco di workshop e seminari, a cui le aziende potranno partecipare per sperimentare il Lavoro Agile, conoscere le altre aziende che hanno già adottato un progetto di Smart Working oppure, nel caso in cui nella propria azienda ci sia già un progetto strutturato che sia fuori dalla fase sperimentale, proporsi per ospitare un’azienda e mostrarle in linea diretta i vantaggi e i benefici del loro modello.

Anche Tech Data, insieme tante altre si fa promotrice del suo modello partecipando alla Settimana del Lavoro Agile. Andrea Morocutti, , HR Director  di Tech Data Italia,  spiega:
“Tech Data è entusiasta di mostrare la sua esperienza. Abbiamo iniziato nel 2016 eliminando la timbratura del cartellino ed adottando una maggiore flessibilità nel’ orario lavorativo. Proseguiamo nel cammino dell’innovazione e nel Febbraio 2018 è stata introdotta la possibilità, in fase iniziale per il 50% dei lavoratori, di godere di una maggiore flessibilità anche in merito al luogo di lavoro, dando la possibilità ai propri dipendenti di lavorare da casa”

Secondo Andrea ” Il successo aziendale si fonda sulla valorizzazione delle risorse umane e sullo sviluppo del loro potenziale, supportata da modalità di effettuazione della prestazione lavorativa flessibile basata sulla responsabile e autonoma partecipazione dei collaboratori”.

È in questo contesto, che lo Smart working diventa quindi una incredibile opportunità per lavoratori, aziende e territorio perché consente di migliorare l’efficacia delle prestazioni e ottenere un maggiore benessere dei dipendenti, anche a beneficio del territorio riducendo i livelli di emissioni inquinanti.

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