Stefano Accorsi e la Smart City

Anno 1994, in televisione impazza uno spot pubblicitario. Il protagonista è un giovane di quelli che hanno «la faccia da bravo ragazzo»: è sulla spiaggia di una riviera romagnola e prova a sedurre due bellezze straniere. Si serve di un biscotto gelato, il Maxibon, e per convincere le fanciulle della bontà del prodotto – meglio, dei prodotti: il gelato e lui medesimo – parte in quarta: «Du gust is megl che uan».

Che quel ragazzo, da allora, di strada ne abbia fatta è sotto gli occhi di tutti. Stefano Accorsi è uno degli attori più importanti del panorama europeo. Riscrivere qui il suo curriculum è inutile; inoltre, ci porterebbe via un sacco di spazio, perché in questi 22 anni Accorsi ha sperimentato praticamente ogni aspetto dell’arte di recitare: cinema, teatro, televisione, regia.

Di recente l’attore è tornato agli spot, come testimonial di Peugeot. Ora per la casa francese è qualcosa in più: brand ambassador e regista di tre cortometraggi legati a una tecnologia che si propone di riscrivere il mondo in cui si fanno i test drive. Si chiama Oculus; di lei, della Smart City e anche un po’ di futuro professionale abbiamo parlato con Stefano, incontrandolo a Milano.

Stefano, sembra proprio
che guidare ti piaccia un sacco…

Sì, decisamente.
Credo che i tre corti girati per Oculus (nel video qui sopra, il trailer) lo dimostrino. Posso aggiungere che il 7 aprile uscirà un mio nuovo film, “Veloce come il vento”, in cui interpreto un pilota di rally coinvolto in una gara, non proprio legale, ai Sassi di Matera. Ho guidato personalmente una Peugeot mitica, la 205 GT turbo 16 valvole V2, ed è stata pura adrenalina.

La mia città intelligente?
Uso una sola parola: “sharing”

Accorsi-AndreucciSi chiama Best Technology Experience ed è il nome del tour che toccherà sette città italiane: Napoli (da dove comincerà il prossimo 11 marzo), Roma, Firenze, Brescia, Torino, Milano. Conclusione a Treviso, il 24 aprile.
In quelle occasioni sarà possibile provare Oculus, la tecnologia sviluppata da Peugeot per esprimere quella che la casa francese chiama appunto Best Technology Experience. L’obiettivo è riscrivere le regole del classico test drive, offrendo un’esperienza a 360 gradi grazie a un visore per la realtà virtuale. Quello che vi si vede dentro è un film.
O meglio, tre film: uno a seconda dell’auto che si sceglie tra 308 GT, 2008 e 208 GTi, auto protagoniste su scenari urbani o in fuoristrada. Alla guida ci si può trovare i due signori della foto lì accanto. Uno è Paolo Andreucci, il pilota italiano più vincente nei rally; l’altro è Stefano Accorsi. L’attore è anche il regista di questi cortometraggi, nei quali l’utente viene letteralmente immerso.

Cosa ti ha guidato – è il caso di dirlo – nello scrivere e nel dirigere questi corti?

Un concetto semplice: mettere il passeggero al centro dell’azione per farne il protagonista. L’utente entra nell’auto, si siede dal lato del passeggero, indossa Oculus e trova Andreucci o me al volante, che gli spieghiamo cosa stiamo facendo.
Nello scrivere la sceneggiatura di questo film abbiamo pensato per piani sequenza: non ci sono interruzioni o stacchi, ma un’unica lunga scena in cui l’utente è al centro, e può scegliere dove e cosa guardare.
Vive, insomma, un’esperienza di guida a tutto tondo, che penso lo divertirà nel modo in cui ci siamo divertiti noi, a girare e guidare.

Oculus è realtà virtuale, tecnologia strettamente legata al futuro delle Smart City. Com’è, quindi, la Smart City ideale di Stefano Accorsi?

Al centro della città come la immagino nei prossimi anni c’è la parola sharing, e ovviamente mi riferisco ai trasporti. Bike e car sharing sono strategici, meglio poi se declinati in chiave elettrica.

Ciò mi porta a un secondo punto, altrettanto importante: la sostenibilità. Mi immagino una città con parchi, anche piccoli, dislocati in modo strategico per la fruizione da parte dei cittadini e per il giusto apporto di ossigeno all’ambiente. Una città in cui il trasporto è sì condiviso, ma fatto anche di passeggiate in isole pedonali.
La mia esperienza riguarda Bologna, dove ho visto che in tutte le aree riservate ai pedoni è aumentata la socialità. Quanto all’aspetto tecnologico della Smart City, il requisito che mi aspetto è che sia a misura d’uomo.

Accorsi-PeugeotCosa intendi?

Facile da usare, ma allo stesso tempo guidato da una ricerca tecnologica che guardi al futuro in modo molto chiaro. E cioè: non osservare ciò che esiste e migliorarlo, ma esplorare per inventare soluzioni e parametri nuovi.
Lasciami aggiungere: questo tipo di filosofia è la stessa che ho ritrovato nei quattro anni di collaborazione con Peugeot, e che è stata traslata ai progetti condotti insieme.
Non si tratta solo di operazioni di pur marketing, ma di un dialogo tra un attore/regista e tra un produttore di auto.
Che, tra l’altro, mi piacciono tantissimo.

 

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