Le città crescono, le informazioni aumentano: come gestirle?

Anche chi non abbia mai sentito parlare di inurbamento non fa fatica a capire cosa sia: lo spostamento dell’uomo dalla campagna alla città.
Il fenomeno porterà sempre più persone ora residenti in piccoli centri a traslocare in grandi agglomerati urbani.

Nel 2011 un consorzio di università americane – Yale, Arizona State, Texas A&M e Stanford, ha pubblicato un dossier dedicato all’espansione delle aree metropolitane (A meta-analysis of global urban land expansion), stimando che entro il 2030 quelle aree si espanderanno di 590.000 miglia quadrate.

Per capirci, di un’area grande quanto la Tanzania, che tra i 263 Stati presenti al mondo è per estensione il 31esimo. Per capirci ancora meglio, oltre 3 volte l’Italia.

Questa piccola lezione di geografia e di demografia è utile per comprendere come le città – per essere vere Smart City – sono chiamate ad affrontare sfide impegnative.
Più persone significano più esigenze e più servizi.
E quindi più dati, protagonisti di una complessità da gestire con gli strumenti più efficaci.

Data CenterGestire l’infrastruttura

Che si tratti di una grande impresa o di una pubblica amministrazione, il contesto non cambia: i responsabili IT hanno da fare. Molto, se non troppo: la sempre maggiore richiesta di applicazioni e di servizi da parte degli utenti, la diversità di dispositivi da gestire (computer, smartphone, tablet, oggetti di domotica) complica ogni giorno il loro lavoro. Una delle conseguenze è l’impossibilità di prevedere momenti critici, e di scoprirne le cause solo quando questi si sono verificati (con tutti i danni del caso).

La miglior gestione dei punti in cui transita questa impressionante mole di informazioni passa dall’uso di software capaci di restituire una visione d’insieme del traffico e dei problemi, e che dia la possibilità agli IT manager di prendere la miglior decisione possibile in tempo reale. Schneider Electric ha sviluppato un software specifico: StruxureWare for Data Center, componenti della famiglia DCIM (Data Center Infrastructure Management).

 

La rinascita passa dal digitale e dalla tecnologia

Come diceva un vecchio spot: prevenire è meglio che curare

42-26606889_cmyk_800pAbbiamo parlato di visione d’insieme e di miglior decisione da parte dell’IT manager. Un esempio per capire bene come ciò sia possibile con un sistema DCIM è il seguente: immaginiamo che qualcuno, all’interno di una sala server, attivasse un rack IT.

Da ciò avremmo un improvviso aumento di energia (anche decine di kW) che, se non fosse disponibile, genererebbe un’interruzione del sistema. Il sistema di gestione, in casi come questi, lancerebbe un alert immediato al manager, che interverrebbe tempestivamente prevenendo il problema.

 

Il valore della trasparenza

I software DCIM sono pensati a loro volta per dare informazioni chiare e trasparenti a tutta l’azienda o l’ente pubblico, e non solo all’ufficio IT. Sono infatti in grado di produrre report che evidenziano i problemi esistenti e quanto ne soffrirebbe il business se non venissero risolti. 

Ciò è possibile anche grazie alla possibilità di simulare scenari: se l’azienda sta acquistando nuove apparecchiature, la simulazione consente di capire quale sia il miglior luogo per installarle, sia sotto il piano del risparmio energetico sia su quello ambientale, per far funzionare come si deve i sistemi di raffreddamento. Di più: la simulazione permette di comprendere gli effetti nell’ambiente in cui è collocato il data center di un intervento sull’impianto di condizionamento dell’edificio in cui l’azienda è ospitata. È molto meglio capirlo prima, e non sentirsi dire da un addetto «abbiamo un problema».


Sicurezza e scalabilità

La sicurezza è un altro aspetto – fondamentale, va da sé – favorito dall’adozione di sistemi DCIM. La presenza di personale non autorizzato nella sala server, livelli di temperatura o di umidità prossimi alla soglia di rischio: queste e altre informazioni sono essenziali per le aziende con i server in uffici o luoghi privi di staff dedicato. I tool DCIM forniscono all’IT manager una visione precisa anche su aspetti come questi.

Infine, i tool sono modulari e scalabili. E cioè, consentono all’azienda di adottare dal principio uno o due elementi, magari i soli necessari per soddisfare le esigenze più urgenti. Con il tempo e con nuove necessità per il business, si possono aggiungere e integrare altre funzioni.

 

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